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BANDITA SBANDATA
L’esperienza ci ha dimostrato che la musica come canale espressivo privilegiato, come strumento di aggregazione e come processo educativo e formativo è mezzo di alta valenza pedagogica, particolarmente nelle situazioni di disagio.
La Diversa abilità, infatti, è condizione presente naturalmente nella produzione artistica e artigianale. In musica, la trasversalità delle competenze si traduce con la serena e condivisa ripartizione dei ruoli. Le differenze più evidenti sono quelle che si manifestano con la scelta di uno strumento che sia il più gradito a livello affettivo e il più congeniale alle abilità personali: dalla micromotricità che caratterizza gli strumenti a tastiera alla fisicità allargata che trova più congeniale l’uso delle percussioni; dall’emissione del fiato quale soddisfazione di un intima necessità espressiva nel canto alla pulsione liberatoria che trova la sua catarsi nelle sonorità di uno strumento a fiato.
Nella musica di insieme, poi, i ruoli garantiscono anche l’instaurarsi di una rete collaborativa che diventa modello in scala delle relazioni sociali, una totalità dinamica in cui è necessario che tutti collaborino alla realizzazione di un prodotto finale. Inoltre, la formazione di un’orchestra e la stessa creazione di un’opera musicale hanno in comune il principio della composizione, cioè l’organizzazione sistematica delle risorse umane e sonore per produrre una forma intellegibile, emotivamente ed esteticamente significativa.
Bandita Sbandata, gruppo musicale costituito in gran parte da ragazzi disabili, ha un repertorio di brani originali con testi che affrontano e raccontano storie, desideri e il disagio di chi vive la condizione del diversamente abile, con testi espliciti (es.: Quando ti senti un di più, Helena) o sotto forma di metafora (es.: Il capitano Solo, ispirato da un racconto di Gabriele Romagnoli). Altri testi affrontano temi di impatto e impegno sociale (Guerra!!!, Crissommole e Libbertà). Inoltre, si dà particolare importanza all’apertura verso linguaggi e culture extraeuropee: “La rana non si ingozza“ è ispirato ad un proverbio africano accogliendo e riproponendo una particolare visione ecologista mentre “Mansane Sissè“ è la rielaborazione di un canto processionale dei contadini del Senegal.
L’arrangiamento/orchestrazione tiene conto delle diverse abilità – come nella natura della musica d’insieme – ma con un indirizzo stilistico e modelli estetici mutuati da Rock progressive, Jazz e Rhythm and Blues.
Una particolare attività del gruppo sono le lezioni-concerto per le scuole in cui i musicisti disabili interagiscono con le scolaresche condividendo l’esecuzione di brani musicali in veste di tutors dei ragazzi del pubblico invitati a salire sul palco per partecipare alla interpretazione musicale.
Per il futuro i progetti prevedono un allargamento del Repertorio fino ad abbracciare anche classici del Jazz e del Rock (cover) e della tradizione popolare napoletana, ricercando sempre un particolare e personale sound e interpretando le orchestrazioni personali e personalizzate di compositori che hanno aderito al progetto:·
Rino Alfieri,· Lucio Lo Gatto,· Antonello Paliotti,· Maurizio Pica,· Paolo Raffone.
Un progetto particolarmente ambizioso è quello di realizzare a Napoli l’allestimento di Brundibar[1], opera contemporanea di un autore praghese dalla tormentata storia esistenziale e artistica.[1]
“Brundibar è un’opera per bambini del compositore ceco ebreo Hans Krása su libretto di Adolf Hoffmeister, originariamente rappresentata dai bambini del Campo di concentramento di Theresienstadt nella Cecoslovacchia occupata … Una rappresentazione speciale si tenne nel 1944 per una rappresentanza della Croce Rossa, che andò ad ispezionare le condizioni di vita nel campo … La rappresentazione di Brundibár fu filmata per un film di propaganda Nazista … La maggior parte dei partecipanti alla rappresentazione di Thereisenstadt, incluso il compositore Krása, furono successivamente trucidati ad Auschwitz.” (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Brundibar)
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